FUMAGALLI SALUMI BATTE CON AMPIO MARGINE I COMPETITOR NEI PARAMETRI DI VALUTAZIONE SUL BENESSERE ANIMALE

L’associazione animalista “essereanimali.org”, impegnata in Italia e all’estero nel monitoraggio delle condizioni di allevamento di scrofe e suini all’interno della zootecnia, ha promosso Fumagalli Salumi a pieni voti, conferendo il massimo punteggio negli 11 criteri di valutazione. Una notizia importante che per certi versi mette a tacere molti pregiudizi generalizzati sulle aziende del nostro settore, esortando le altre realtà a intraprendere un cammino fatto di impegno e investimenti costanti in tal senso.

IL QUADRO GENERALE DELL’INDAGINE DI “ESSERE ANIMALI”

Nell’analisi in merito all’impegno per il benessere dei suini condotta analizzando le comunicazioni pubbliche di alcuni grandi produttori di salumi, l’Associazione ha verificato nel dettaglio anche il brand Fumagalli. Come molti consumatori e stakeholder sanno, da oltre 10 anni la nostra realtà attua autonomamente un rigido protocollo che prevede più spazio per i suini all’ingrasso, maggior comfort con lettiere in paglia, un sistema ruspante con l’eliminazione delle gabbie parto e di fattori di stress, oltre all’allattamento libero e allo svezzamento rigorosamente tardivo, ovvero non prima di un minimo di 4 settimane.

Tematiche in linea con la campagna SOSPig lanciata da “Essere Animali” e destinata al canale della grande distribuzione, promossa per fermare le mutilazioni negli allevamenti e, più in generale, ogni pratica sull’animale che possa essere additata come crudele, sensibilizzando una platea il più possibile estesa.

UN FOCUS SPECIFICO SUI RISULTATI TOTALIZZATI DA FUMAGALLI

Delle otto aziende valutate, Fumagalli è stata l’unica a ottenere il punteggio di undici su undici, dimostrando di fatto il suo impegno concreto nell’eliminazione di determinate pratiche.

Come spiega “Essere Animali” nella sua analisi, le scrofe – per legge – possono essere tenute chiuse, in un sistema di allevamento negativo per il loro benessere, per il primo mese di gravidanza e nell’intera fase di allattamento. Scopo della prima area di valutazione era quindi verificare se le aziende avevano assunto impegni pubblici per eliminare il confinamento in gabbia delle scrofe. Obiettivo pienamente raggiunto da Fumagalli, dove i suini possono correre e muoversi liberamente in spazi idonei e le scrofe godono di box parto aperti. Da oltre 10 anni è stato inoltre avviato un progetto per il parto senza gabbie: scrofe e maialini condividono una struttura di un minimo di 6,5 metri quadrati di superficie.

Si è poi valutato se i brand si sono impegnati ad arricchire l’ambiente con materiali appropriati a incoraggiare l’espressione dei comportamenti naturali dei suini e con lettiere a pavimento per garantire il comfort adeguato. Anche in questo caso la Fumagalli ha dimostrato un pieno punteggio, mettendo a disposizione lettiere in paglia che consentono alle sue scrofe di grufolare e manifestare comportamenti tipici della specie come, ad esempio, predisporre un giaciglio dove andare a partorire.

Altro importante focus sono state le mutilazioni: spesso, a causa di condizioni di allevamento inadatte, i suini possono sviluppare comportamenti aggressivi e, per limitare i danni, sono soggetti al taglio della coda o dei denti. Nei nostri allevamenti gli elevati standard di gestione e l’allattamento senza stress assicurano l’assenza di fenomeni di disagio, noia e frustrazione: mutilazioni di code o denti sono abolite non solo per scelta etica, ma anche perché non necessarie, in quanto non si verificano problemi di cannibalismo all’interno del gruppo e i suinetti manifestano comportamenti secondo la loro etologia, grazie anche agli arricchimenti ambientali.

L’indagine ha poi incluso un criterio dedicato all’uso degli antibiotici: come indicato dall’OMS e l’OIE (l’analogo dell’OMS in medicina veterinaria), l’unica strada per contrastare la diffusione dell’antibiotico-resistenza è utilizzare questi farmaci in maniera responsabile, evitando i trattamenti profilattici di massa e trattando solo gli animali malati all’occorrenza, limitando o eliminando l’uso di quegli antibiotici considerati come critici per la salute umana. Per essere completamente efficace, la politica sull’uso responsabile degli antibiotici deve inoltre essere accompagnata da un piano di monitoraggio sui consumi reali in allevamento, fondamentale per definire obiettivi progressivi di riduzione. Tutto ciò si verifica nei siti produttivi Fumagalli, come certificato anche all’interno del capitolato Kiwa DT 040.

Sono state infine considerate come elemento soddisfacente le certificazioni i cui standard siano pubblicamente accessibili e che coprano più della metà dei punti elencati nella valutazione dell’Associazione. Infine, per incoraggiare la trasparenza, sono state valutate esclusivamente le comunicazioni delle aziende che erano disponibili pubblicamente sui loro siti internet entro il 30 aprile 2023 (pagine web, bilanci di sostenibilità, comunicati stampa, ecc.). Anche in questi casi Fumagalli ha soddisfatto tutti i requisiti.

COSA PORTA A CONSIDERARE UN’INDAGINE DI QUESTO TIPO?

Lo illustra Pietro Pizzagalli, Direttore Generale della Fumagalli Industria Alimentari, nei mesi scorsi protagonista al Parlamento Europeo per condividere l’approccio virtuoso dell’azienda sul tema dei box parto aperti.

“Se da una parte siamo molto orgogliosi di questo importante risultato, che mette bene in evidenza il nostro percorso di costante miglioramento, riteniamo sia molto importante fornire informazioni ai consumatori con maggiore chiarezza: purtroppo in fatto di allevamenti c’è ancora tanta disinformazione.
Per questo condividiamo l’urgente esigenza di un’etichettatura chiara, trasparente e tracciabile, che differenzi la qualità dei prodotti e consenta ai consumatori di fare una scelta illuminata, così da avere piena coscienza degli alimenti che stanno comprando.
Perché esistono livelli ben diversi di benessere animale”.

Un tema cardine quest’ultimo; è solo facendo emergere chiaramente le differenze a monte che è possibile orientarsi a scaffale o su eCommerce con una reale consapevolezza.

Tra i pochi brand in Italia ad avere una gestione diretta lungo tutti gli step della catena produttiva, Fumagalli ha già dotato la linea Freschi di Filiera di un QR Code, tramite cui è possibile approfondire le modalità virtuose di allevamento.